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Il settore del freddo è ormai da molti anni al centro di una rivoluzione: la Refrigerazione per l’industria alimentare infatti ci ha messo di fronte a molte sfide da affrontare. L’Italia ha dimostrato negli anni passati di essere un paese proattivo e in alcuni casi addirittura pioniere, al punto da poter vivere queste sfide come opportunità da cogliere. Da 10 anni a questa  parte refrigerazione e climatizzazione sono diventati centrali non solo nella vita degli operatori e attori del settore ma di tutta la popolazione. In seguito all’entrata in vigore del Regolamento F-gas, è stato imposto il controllo continuo degli impianti che contengono gas refrigeranti e la certificazione del personale che è addetto all’installazione e alla manutenzione di questi apparecchi. Oggi, a parecchi anni dall’introduzione di questo obbligo, in Italia contiamo oltre 80.000 tecnici certificati che sono prossimi all’obbligo di rinnovo della propria certificazione e la legislazione europea e dunque nazionale sta per chiedere un ulteriormente aggiornamento.

C’è da sottolineare come il settore della refrigerazione ha reagito bene all’incertezza di questi anni, adattandosi a una richiesta “di freddo” che si è impennata e si è evoluta repentinamente. Decine di migliaia di persone hanno avuto la necessità di ricevere la spesa a casa da parte di una nuova categoria di “corrieri” con trasporto refrigerato perché costrette in quarantena, ma il settore medico ha anche richiesto con urgenza mai sperimentata gli strumenti e i tecnici per il mantenimento della catena del freddo per i vaccini Covid, alcuni dei quali richiedono temperature estremamente basse. Si è trattato certamente di cambiamenti veloci e richieste urgenti che hanno permesso uno sviluppo intenso e importante del settore che ha saputo approfittarne e coglierli come opportunità.

Un po’ com’è accaduto con la pandemia, anche l’introduzione del Regolamento F-gas è stata vissuta come una sfida e un’opportunità da aziende produttrici e tecnici. L’obbligo di abbandonare progressivamente alcuni fluidi altamente inquinanti, perché climalteranti ad effetto serra, e le limitazioni alle importazioni con il phase down hanno certamente causato un aumento dei prezzi dei gas, ma ci sono stati anche dei risvolti positivi da considerare. L’Italia, insieme a Estonia e Polonia, ha aperto la strada all’Europa introducendo il controllo delle sostanze tramite la Banca Dati F-Gas, nella quale è necessario registrare tutti gli impianti installati e le operazioni svolte sugli apparecchi refrigeranti, operazioni che possono essere effettuate solo dai tecnici e aziende certificate. Questo ha permesso di ridurre , se non addirittura eliminare, il lavoro nero in questo settore garantendo sicurezza e qualità ai clienti e correttezza tra i competitor. Molte nazioni europee potrebbero a breve introdurre sistemi analoghi.

Quello che stiamo vivendo è senza dubbio un passaggio epocale ed è il momento in cui aziende e tecnici si preparino al meglio, dopotutto farsi trovare pronti significherà saper cogliere le grandissime opportunità di business che si creeranno da qui ai prossimi 10 anni.

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